Nell’ambito dell’attività di verifica dell’adeguamento dello statuto di una società in house alle disposizioni del TUSP, la Corte dei conti – Sezione regionale di controllo per l’Emilia Romagna, nel riscontrare la situazione di crisi (seppur in miglioramento) attraversata dalla stessa società, ha rilevato come nella medesima situazione sarebbe raccomandabile il ricorso all’amministratore unico anziché ad un consiglio di amministrazione, al fine di garantire la massima razionalizzazione dei costi di funzionamento.
Di seguito si riporta stralcio dell’orientamento formulato dai magistrati contabili della Sezione di controllo per l’Emilia Romagna nella deliberazione n. 42/2025/VSG: “il Collegio non può esimersi dal rilevare che l’Ente locale (socio “totalitario”) in ragione della nota situazione della Società (ben conosciuta in quanto risalente al 2019) avrebbe dovuto valutare l’adozione di un modello di governance basato sull’amministratore unico quantomeno in ragione della evidente necessità di realizzare il massimo contenimento dei costi aziendali nel contesto di un conclamato stato di crisi ovvero dar conto delle ulteriori, specifiche ragioni che, in presenza di una palese crisi d’impresa, avevano indotto nella decisione di proseguire sulla strada del consiglio di amministrazione; ciò tenendo anche conto del fatto che, nel tempo, l’opzione dell’amministratore unico è stata conosciuta nella gestione aziendale e senza che questo “cambio” sia stato apparentemente giudicato negativamente dal Socio pubblico.”