Nel Consiglio dei Ministri n. 39 dello scorso 5 ottobre è stato approvato il disegno di legge delega per la revisione del sistema fiscale, la quale prevede, tra le altre cose, la revisione dell’attuale sistema catastale.
La legge delega prevede l’introduzione di modifiche normative ed operative volte a fornire una fotografia aggiornata della situazione catastale nazionale, sebbene – precisa il Governo – gli estimi catastali, le rendite e i valori patrimoniali per la determinazione delle imposte rimarranno quelli attuali.
Particolarmente rilevante sarà l’attività di revisione volta ad individuare le aree edificabili, ad oggi ancora censite come terreni agricoli. Obiettivo è quello di attribuire catastalmente a tali aree un valore patrimoniale e una rendita derivanti dai valori di mercato, fornendo quindi un dato analogo a quello già previsto per i fabbricati.
Se effettivamente concretizzata, una simile operazione sarà utile sia a contribuenti, i quali potranno conoscere, prima del verificarsi del presupposto impositivo, il valore accertabile da parte degli enti impositivi, sia per i Comuni, i quali avranno a disposizione un dato oggettivo di riferimento per definire il valore delle aree fabbricabili.
Tuttavia, ai fini IMU, il valore delle suddette aree resterà quello venale in comune commercio al 1° gennaio di ogni anno (art. 1 co. 747 lett. b) L. 160/2019), il quale potrà essere soggetto a frequenti variazioni ogni qualvolta vi sarà una variazione al piano urbanistico comunale. In assenza di una modifica dell’art. 1 co. 747 sopra richiamato, si auspica che la riforma del catasto tenga conto di questa particolare evidenza, mediante la previsione di meccanismi oggettivi che permettano di adeguare i dati catastali alle circostanze specifiche di ciascun ente, per quanto ciò rappresenti ipotesi piuttosto poco probabile allo stato attuale, viste le tempistiche connesse agli aggiornamenti riscontrate negli ultimi anni. In caso contrario, un simile intervento sulle aree fabbricabili potrebbe non comportare particolari vantaggi agli enti locali, i quali si troverebbero comunque impossibilitati ad utilizzare i dati risultanti in catasto perché non effettivamente concretizzati rispetto alla loro specifica situazione, anzi con il rischio che i contribuenti possano trovarsi nel dubbio circa i valori applicabili.