Con ogni probabilità, da ottobre il lavoro in presenza per i dipendenti pubblici tornerà ad essere l’opzione ordinaria, mentre il lavoro da remoto verrà nuovamente ricondotto ad una condizione di marginalità, contrariamente a quanto avvenuto da marzo 2020 fino ad oggi (ovvero dall’inizio della pandemia e dei lockdown).
Il primo passaggio sarà la decisione della cabina di regia sull’estensione del green pass a tutti i dipendenti pubblici, dopo di che sarà emanato un nuovo Dpcm che anticiperà la fine dello smart working “emergenziale”.
Il Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, intervenuto in questi giorni al Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha annunciato che lo smart working rimarrà anche nei prossimi mesi, ma solo al 15%.
Il Ministro ha detto:
“Lo smart working nella Pubblica amministrazione non sarà abolito, è auspicabile resti per una quota fino al 15%”.
Lo smart working, quindi, non verrà abolito, ma assumerà una rilevanza decisamente minore.
Nel frattempo proseguono le trattative fra l’Aran e lo OO.SS. per il rinnovo del contratto collettivo per le funzioni centrali. Nelle bozze circolate nell’ultimo periodo viene specificato che il lavoro agile non potrà essere un semplice “telelavoro”, come accaduto in pratica fino ad oggi. La prestazione lavorativa dovrà infatti essere svolta in parte fuori dalla sede e in parte, comunque, in presenza.
Nel concedere lo smart working, inoltre, l’amministrazione dovrà sì tenere conto degli obiettivi di benessere e di flessibilità dei lavoratori, ma questi andranno «conciliati» con il miglioramento del servizio pubblico.
L’accesso al lavoro agile sarà poi prioritariamente concesso ai genitori di bambini di età inferiore di tre anni, ai dipendenti portatori di handicap in situazione di gravità e ai dipendenti che assistono portatori di handicap.
Vengono infine individuate tre distinte fasce orarie. La prima fascia viene chiamata di «operatività» ed è quella nella quale il lavoratore, per finalità di coordinamento con altri componenti dell’organizzazione, per ricevere indicazioni e direttive circa l’esecuzione del lavoro o, comunque, per esigenze organizzative, di funzionalità e di efficacia nell’erogazione dei servizi, si trova nelle condizioni di essere tempestivamente operativo e, pertanto, di iniziare entro un brevissimo lasso di tempo i compiti e le attività richiesti.
La seconda fascia viene invece denominata fascia di «contattabilità». Durante questa fascia oraria il dipendente può essere contattato tramite telefono mail o con altre modalità similari, ma non viene richiesta una immediata operatività.
La terza ed ultima fascia viene definita di «inoperabilità». In questo lasso di tempo al lavoratore non potrà essere richiesto il compimento di alcuna attività lavorativa.