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Nuclei familiari scissi dopo la Corte Costituzionale 209/2022: ai Comuni l’onere di verificare l’effettiva dimora abituale

Con la sentenza 209/2022 di cui abbiamo già dato notizia nei giorni scorsi, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l’art. 13, co. 2, quarto periodo D.L. n. 201/2011 “[…] nella parte in cui stabilisce: «[p]er abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente», anziché disporre: «[p]er abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente»”. La dichiarazione di illegittimità costituzionale veniva conseguentemente estesa anche all’art. 1 comma 741, lettera b) L. 160/2019, come modificato dall’art. 5-decies del D.L. 146/2021.

A seguito di tale pronuncia quindi, sia nell’ambito della precedente normativa che nello scenario attuale, i Comuni sono chiamati a verificare ogni singolo caso di scissione del nucleo familiare, allo scopo di accertare se entrambi i coniugi hanno effettiva residenza e dimora abituale nella casa che considerano come loro abitazione principale e, di conseguenza, applicare una doppia esenzione. La Corte Costituzionale accolla infatti agli enti locali l’onere di procedere alle verifiche. In riferimento all’eccezionalità dalla residenza disgiunta dei coniugi, si legge infatti come tale circostanza “[…] dovrà essere oggetto di accurati e specifici controlli da parte delle amministrazioni comunali […]”; ed ancora “[…] Da questo punto di vista il venir meno di automatismi, ritenuti incompatibili con i suddetti parametri, responsabilizza i comuni e le autorità preposte ad effettuare adeguati controlli al riguardo […]”.

Tuttavia, il maggior impegno richiesto agli Enti affinché la norma di esenzione, come rivista dalla Consulta, sia applicata in modo corretto, risulta particolarmente oneroso, dato che il reperimento dei dati inerenti ai pubblici servizi (energia elettrica, gas, acqua) mediante accesso alle banche dati nazionali non permette sempre di ottenere tutte le informazioni necessarie a svolgere puntualmente i controlli (ad es. possono mancare i dati catastali dell’immobile di riferimento).

A tale scopo, NeoPa offre supporto nella individuazione e nella verifica delle abitazioni principali ai fini IMU. Per maggiori informazioni, è possibile consultare qui il nostro servizio.

Tags: Abitazione principale, Corte Costituzionale, Esenzione, IMU