L’ultima bozza di Legge di Bilancio 2024 conferma (art.33) la revisione delle aliquote di rendimento previdenziali per le pensioni liquidate dal 1° gennaio 2024 delle quote di pensione retributive relative ad alcune gestioni previdenziali del comparto pubblico, tra cui la Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali (Cpdel).
La misura riguarderà in particolare coloro che andranno in pensione dal primo gennaio 2024 e con una quota di pensione retributiva inferiore a 15 anni: si parla dunque di dipendenti pubblici che hanno iniziato a lavorare tra il 1981 e il 1995.
Con questa norma, la quota retributiva della pensione, ovvero quella riguardante i contributi versati prima del 1996, subisce un importante ridimensionamento.
Infatti da un’analisi della CGIL, si può notare che per una pensione di vecchiaia nel 2024, con 35 anni di contribuzione e 67 anni di età ed una retribuzione di 30.000 euro annui lordi, si può raggiungere un taglio di 4.432 euro all’anno, che se proiettato fino all’attesa di vita media raggiunge un mancato guadagno pari a 70.912 euro.
Invece, con una retribuzione lorda di 40.000 euro, il taglio potrebbe raggiungere 5.910 euro all’anno, che se proiettato fino all’attesa di vita media si arriverebbe ad un taglio complessivo pari a 94.560 euro. Ancora più alto il taglio previsto nel caso di una retribuzione di 50.000 euro, dove la decurtazione annua peserebbe per 7.387 euro, con un taglio complessivo calcolato sull’attesa di vita media pari a 118.192 euro.
Come spiega il sindacato, per anzianità più marcate il taglio diminuisce, ma resta ancora molto significativo.