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Legge di bilancio 2023: emolumento accessorio una tantum per il pubblico impiego

È atteso a breve in Parlamento il testo della Manovra finanziaria approvata dal Governo la scorsa settimana.

Nell’ultima bozza compare anche l’incremento (per il solo anno 2023) di un miliardo di euro degli oneri posti a carico del bilancio dello Stato per la contrattazione collettiva nazionale e per i miglioramenti economici del personale pubblico (art. 62).

Queste risorse, precisa la norma, verranno destinate all’erogazione di un emolumento accessorio una tantum, da corrispondere per tredici mensilità, da determinarsi nella misura dell’1,5 per cento dello stipendio con effetti ai soli fini del trattamento di quiescenza (tale emolumento, pertanto, non sarà computabile agli effetti dell’indennità premio di fine servizio, dell’indennità sostitutiva di preavviso, del TFR nonché di quella prevista dall’ art. 2122 del C.C.).

L’importo in questione, tuttavia, è da intendersi al lordo degli oneri riflessi a carico delle amministrazioni (contributi ai fini del trattamento di quiescenza e IRAP) e concorre a costituire l’importo complessivo massimo di cui all’articolo 21, comma 1-ter, lettera e), della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

Va segnalato, inoltre, che per le Amministrazioni diverse da quelle statali (e quindi anche per gli enti locali), detto incremento avverrà a valere sui relativi bilanci, con la medesima percentuale e i medesimi criteri previsti per il personale delle amministrazioni dello Stato.

Tags: Legge di bilancio 2023, Pubblico impiego