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Le richieste dell’ANCI in audizione al Senato sul DL “Sostegni”

Pubblichiamo qui il documento presentato questa mattina da ANCI durante l’audizione tenutasi presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato, sulla conversione in legge del decreto “Sostegni” (decreto legge 22 marzo 2021, n. 41, recante “Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19”).

Il dl Sostegni, si legge nel documento, «contiene alcuni importanti aspetti positivi dal punto di osservazione dei Comuni:
– l’intervento sulle aree turistico-invernali, per 700 mln. di euro. Sarebbe necessario, essendo risorse trasferite ai Comuni, che il decreto di riparto passi in Conferenza unificata;
– il robusto incremento delle risorse a ristoro delle minori entrate locali: da 450 mln. a 1.350 mln. di euro per i Comuni nel cd Fondone; da 50 a 150 mln. di euro per le Città metropolitane e le Province; nonché 250 mln. per il ristoro del gettito dell’imposta di soggiorno;
– il prolungamento al secondo trimestre 2021 delle agevolazioni per i pubblici esercizi e il commercio ambulante,
– la disgiunzione dei termini per le deliberazioni relative alla TARI (portate a fine giugno 2021) dal termine del bilancio di previsione (spostato a fine aprile)».

Desta tuttavia qualche preoccupazione la ventilata ipotesi di ampliare fino al 31 dicembre 2010 il periodo di applicazione dell’abolizione dei carichi a ruolo pregressi.

È ben noto, afferma infatti l’Associazione, che si tratta di crediti in larga parte comunali, che i Comuni hanno affidato al riscossore nazionale (ora Agenzia delle entrate-Riscossione). Per cui «qualsiasi ulteriore estensione dello stralcio dei carichi a ruolo dovrà essere puntualmente finanziata, così da non far gravare sugli enti locali un’inefficienza che in larga parte non dipende da loro».

Altro capitolo è quello del ruolo chiave dei Comuni per mantenere la coesione sociale. L’ANCI ritiene infatti che il mantenimento di un alto grado di coesione sociale debba passare per i Comuni, quale istituzione di primo riferimento, in particolare per le famiglie e per le piccole attività economiche.

Per questo, afferma il documento, «è auspicabile che già con la conversione in legge di questo decreto e – immediatamente dopo – con il nuovo provvedimento di scostamento del deficit previsionale dello Stato, possano trovare posto interventi quali:
• un nuovo e urgente programma di “buoni famiglia”, analogo al Fondo di solidarietà alimentare del 2020, ma con maggior impegno economico, così da ricomprendere il sostegno per il pagamento di affitti e bollette;
• il rinnovo del sostegno al potenziamento dei centri estivi per ragazzi che nel 2020 ha impegnato 135 mln. di euro per le attività post chiusura delle scuole, tipicamente tra giugno e settembre;
• un congruo ulteriore innesto di risorse in campo fiscale, al fine di assicurare, in particolare, un’agevolazione TARI per le attività più colpite dalla crisi e per le famiglie fragili, di entità robusta e basata su criteri nazionali uniformi, richiesta a lungo dall’ANCI lo scorso anno;
• l’estensione a tutto il 2021 dei sostegni ai pubblici esercizi e al commercio ambulante, che il dl Sostegni estende al solo primo semestre.
• l’estensione anche per il 2021 delle semplificazioni in materia di procedimenti amministrativi già previsti dal dl 34 2020. Ci auguriamo inoltre che le difficoltà del settore turistico-ricettive attraverso misure di fiscalità generale e di sostegno diretto, una adeguata soddisfazione, considerata l’importanza di questo settore per il mantenimento delle economie di ampie fasce territoriali e per la stessa ripresa post-emergenza».

Vi è poi tutto il capitolo delle questioni finanziarie da affrontare con modifiche sulle regole finora inattuate. Su questo aspetto l’ANCI ha sollecitato «lo slittamento del termine per l’approvazione dei consuntivi al 31 maggio» ed «il mantenimento e l’estensione delle flessibilità nella gestione del bilancio». Altro fronte delicato per i Comuni è quello «della liberalizzazione per tutto il 2021 dell’utilizzo degli avanzi liberi», mentre «gli avanzi vincolati per fondi emergenziali non utilizzati nel 2020 devono essere estesi a tutti i fondi speciali e non limitati al ‘Fondone’».

Da Anci arriva anche la richiesta «di rinviare al 2022 l’obbligo di accantonare per il Fondo garanzia debiti commerciali (FGDC), di sospendere gli accantonamenti e le dismissioni obbligatorie legate alle perdite delle partecipate e di evitare l’inasprimento delle percentuali di accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE)». Infine, il capitolo degli enti in predissesto: Il fondo incrementato dalla legge di bilancio continua infatti ad «escludere da ogni beneficio i Comuni delle Isole (e in particolare della Sicilia dove le crisi finanziarie sono più diffuse) e decine di Comuni il cui piano di riequilibrio è tuttora – e da lungo tempo – all’esame della COSFEL, presso il Ministero dell’Interno».

Tags: Anci, DL Sostegni, FCDE, FGDC