L’Aran e i sindacati hanno sottoscritto oggi l’ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto delle Funzioni locali per il triennio 2019-2021. Il contratto riguarda circa 430mila dipendenti di Regioni, Province e Comuni.
L’accordo si caratterizza per numerose e rilevanti innovazioni concernenti aspetti salienti del trattamento normo-economico del personale.
L’incremento retributivo medio del comparto è pari a euro 100,27 mensili per tredici mensilità. Considerando anche le risorse aggiuntive dello 0,55% e 0,22%, l’incremento mensile arriva a 117,53 euro. Gli arretrati medi del contratto sono pari a circa 1.727,63 euro.
Le risorse per il salario accessorio vengono invece incrementate stabilmente di un importo, su base annua, pari a euro 84,50 per le unità di personale destinatarie del CCNL in servizio alla data del 31/12/2018, oltre alle risorse aggiuntive previste dall’articolo 1, comma 604, della legge n. 234/2021 (legge di bilancio 2022) in misura complessivamente non superiore allo 0,22% del monte salario 2018, in base alla propria capacità di bilancio.
È stata poi operata una revisione del sistema di classificazione del personale adeguandolo alle peculiari esigenze organizzative e gestionali degli enti.
A completamento, è stata prevista una rivisitazione del sistema degli incarichi di posizione organizzativa e di elevata qualificazione, aumentandone la rilevanza (la retribuzione di posizione degli incarichi di elevata qualificazione è stata adeguata nella misura massima pari a € 18.000).
È stato delineato, inoltre, un nuovo regime delle progressioni economiche orizzontali prevedendo “differenziali stipendiali”, ossia incrementi stabili del trattamento economico finalizzati a remunerare il maggior grado di competenza professionale progressivamente acquisito dai dipendenti.
Nell’ipotesi è stata anche individuata una soluzione classificatoria per il personale della Sezione educativa e scolastica, e ulteriormente specificata la disciplina della sezione della Polizia locale, rivedendo il regime di alcune indennità.
È stata poi introdotta un’importante novità relativa alla disciplina del giorno festivo infra settimanale per il personale turnista. Istituita, infine, una nuova Sezione per le professioni ordinistiche nella quale viene ricompreso il personale le cui mansioni richiedono obbligatoriamente l’iscrizione a Ordini professionali.
Disciplinato, come era già avvenuto per le Funzioni centrali, anche il lavoro a distanza nelle due tipologie di lavoro agile e lavoro da remoto, che sostituiscono la precedente tipologia del telelavoro.
“Sono molto soddisfatto – ha dichiarato il presidente dell’ARAN, Antonio Naddeo – per la firma di un contratto così importante per 430mila dipendenti di Comuni, Province e Regioni. Una trattativa lunga ma che ha portato a un risultato importante per l’intera categoria. Tre contratti conclusi dal mese di gennaio ad oggi. Ora occorre concentrarsi sul rinnovo del contratto dell’Istruzione e ricerca. L’Aran è sempre in attività”.
“Esprimiamo soddisfazione innanzitutto perché è stato onorato l’impegno del Presidente ARAN, Antonio Naddeo, a concludere questa fase prima del ferragosto” – ha invece dichiarato il presidente dell’Anci, Antonio Decaro – “Inoltre, oltre agli incrementi salariali e ai relativi arretrati che percepiranno i 360mila dipendenti comunali, è in arrivo un nuovo ordinamento professionale, adeguato alle sfide che i Comuni devono affrontare nei prossimi anni con la realizzazione dei progetti del PNRR”, dichiara Antonio Decaro, Presidente dell’Anci. “In più – ha aggiunto Decaro – sarà possibile per tutti i dipendenti, fino al 31 dicembre 2025, attuare percorsi di progressioni verticali tra le diverse aree e dunque di crescita professionale interna a ciascun ente, anche in deroga al possesso dei titoli di studio, con le risorse previste dalla legge di bilancio 2022 o anche con le ordinarie facoltà assunzionali. Il contratto prevede inoltre specifiche sezioni per il personale educativo scolastico, quella della polizia locale e delle professioni ordinistiche che mirano a rendere più attrattivo il lavoro all’interno dei nostri enti”.