Le amministrazioni che non stiano già ottemperando, dovranno organizzarsi in maniera da garantire la rapida conclusione dei procedimenti più urgenti, come peraltro previsto anche dal decreto Cura Italia. E ciò nonostante la previsione generale di sospensione dei termini.
In questo sforzo ulteriore rispetto all’erogazione – mai sospesa – dei servizi indifferibili, che accompagna la ripartenza di alcune filiere e settori fondamentali dell’economia del Paese (manifattura, edilizia, commercio all’ingrosso), le amministrazioni potranno valutare di ripensare le modalità organizzative messe in campo, basate fondamentalmente sul lavoro agile. Dunque, potranno prevedere rientri limitati di contingenti di personale per concludere le pratiche che hanno carattere di urgenza e che non siano trattabili da remoto.
È questo in sostanza il contenuto della direttiva 3/2020 appena firmata dal Ministro Dadone. Lo Stato non si è mai fermato e ora deve supportare il rilancio dei comparti chiave che proprio oggi riaprono i battenti.
Sullo smart working, allo scopo di renderlo sempre più efficiente, la direttiva invita invece gli enti a rafforzare le dotazioni informatiche grazie alle recenti norme di semplificazione e ad accelerare la digitalizzazione dei procedimenti, ponendo particolare attenzione alla formazione del personale.