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Decaro scrive al ministro Dadone per chiedere correttivi alla nuova disciplina assunzionale

Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha scritto al ministro per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, per chiedere innanzitutto indirizzi applicativi chiari e coerenti sulla nuova disciplina per la definizione delle capacità assunzionali di personale a tempo indeterminato dei Comuni; materia che da sempre si caratterizza per gli orientamenti spesso disomogenei delle Sezioni regionali della Corte dei Conti in sede consultiva.

Decaro ricorda infatti al ministro che la pubblicazione del Decreto ministeriale attuativo delle nuove misure normative doveva essere accompagnata dall’approvazione di una apposita circolare interpretativa (i cui contenuti sono stati ampiamente discussi con l’Anci) finalizzata a chiarirne i principali aspetti applicativi, quali, ad esempio, la salvaguardia dei piani assunzionali già approvati e le corrette modalità di contabilizzazione della Tari in caso di riscossione esternalizzata, ma questo documento non risulta ad oggi ancora emanato.

L’Anci lamenta inoltre il mancato recepimento dei correttivi al computo delle voci di spesa di personale più volte richiesti: le spese eterofinanziate, che cioè non gravano sul bilancio dell’Ente in termini di sostenibilità finanziaria, devono essere escluse dalle voci di spesa ai fini dell’applicazione della nuova disciplina. Allo stesso modo va esclusa l’imputazione tra le voci di spesa degli oneri per i rinnovi contrattuali (coerentemente con normativa e prassi costanti degli ultimi anni) in quanto si tratta di onere finanziario che non dipende da scelte discrezionali delle singole amministrazioni e che altrimenti è destinato a produrre la progressiva riduzione degli organici ad ogni rinnovo contrattuale.

A ciò si aggiungono, precisa infine Decaro, gli effetti dell’emergenza Coronavirus, che ha falcidiato le entrate dei Comuni rendendo le nuove assunzioni subito insostenibili dal punto di vista finanziario, rischiando così di vanificare la ratio stessa della norma.

Per queste ragioni l’Anci ritiene necessario avviare un confronto urgente con il Governo, anche in sede tecnica, volto ad individuare talune misure correttive da inserire nel primo provvedimento utile.