In data odierna (8 febbraio 2021) si è svolta l’audizione informale, in videoconferenza, dei rappresentanti della Corte dei conti, presso le commissioni riunite Bilancio, tesoro e programmazione di Camera dei deputati e Senato della Repubblica e commissione Politiche dell’Unione europea del Senato, nell’ambito dell’esame della proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza.
Nel corso dell’audizione i Magistrati della Corte hanno voluto porre l’accento anche sull’importante ruolo giocato dagli enti locali nell’attuazione del Piano.
Al momento, infatti, sebbene la definizione dei progetti ivi contenuti non abbia ancora raggiunto un sufficiente grado di maturità, le amministrazioni locali potrebbero essere responsabili dell’utilizzo di un ammontare complessivo di risorse per circa 48 miliardi (circa il 22 per cento dei finanziamenti totali), di cui poco meno di 19 miliardi già scontati nei tendenziali, 29 miliardi di nuovi finanziamenti dal dispositivo europeo RFF e circa 1,6 miliardi dal ReactEU.
Le linee di intervento riguardano la tutela e valorizzazione del patrimonio e del territorio, le infrastrutture sociali e il rafforzamento dei servizi essenziali per le collettività.
I progetti hanno prevalentemente natura di investimento, ma, in particolare per le azioni di rafforzamento dei servizi socioassistenziali, alle spese di infrastrutturazione si associano incrementi di spesa corrente.
In diversi casi, evidenziano i Giudici, le azioni rappresentano una prosecuzione o un restyling di linee progettuali precedenti ed ora che le maggiori risorse del Recovery plan costituiscono l’occasione per assicurare un finanziamento pubblico consistente, la programmazione avanzata di progetti non ancora tradotti in appalti, a causa delle risorse finanziarie limitate, può rappresentare un vantaggio.
Nei casi in cui gli interventi appaiono contrassegnati da ritardi e sospensioni non strettamente riconducibili alla scarsità delle risorse, essi dovranno, tuttavia, essere riprogrammati attraverso una chiara identificazione delle responsabilità attuative, della tempistica e delle modalità di attuazione con target intermedi e finali credibili, per evitare una valutazione negativa in base ai criteri di ammissibilità individuati dal regolamento europeo.
Per la Corte dei conti, i progetti di investimento a trazione locale possono costituire un punto di forza della pianificazione per diversi motivi: sono idonei a produrre effetti rapidi – trattandosi di interventi di dimensioni contenute e quindi più agevoli e veloci da realizzare – e positivi per numerosi beneficiari (criterio incluso tra le condizionalità per la selezione degli interventi). In secondo luogo, consentono di incrementare la dotazione di capitale e rafforzare i servizi in aree considerate marginali dal mercato. Gli enti locali, inoltre, negli anni più recenti, si sono dimostrati reattivi rispetto alle misure di incentivazione degli investimenti, intensificando progressivamente la numerosità degli interventi di loro competenza.
A fronte di questi aspetti, ve ne sono da considerare altri che invece possono costituire fattori di debolezza. I progetti scontano una dimensione dei quadri economici decisamente contenuta che ne può ridurre l’impatto macroeconomico.
Inoltre, seppure tra gli attori pubblici risultino essere i soggetti attuatori con la migliore performance in termini di completamento delle opere, non va sottovalutato il problema legato ai ritardi accumulati nella realizzazione degli interventi e alle opere incompiute.
La mole delle nuove risorse da gestire, aggiunte a quelle già programmate, infine, accrescerà notevolmente il carico amministrativo, soprattutto in alcuni contesti territoriali meno dotati di competenze tecniche e gestionali per assicurare un rapido ed efficace impiego delle risorse straordinarie.
Per i Giudici della Corte, i fattori di rischio descritti richiedono pertanto, come evidenziato anche nelle Relazioni approvate dalle Commissioni di Camera e Senato sulle linee di indirizzo per la redazione del PNRR, la necessaria attivazione di idonee politiche di supporto, tese in particolare a:
– sostenere le capacità progettuali degli enti locali al fine di compensare con la numerosità e la diffusione capillare delle iniziative le ridotte dimensioni economiche delle stesse;
– migliorare ed accelerare la fase di coordinamento centrale degli investimenti;
– migliorare e dare continuità alle attività di manutenzione e monitoraggio degli interventi per evitare la dispersione delle risorse, introducendo eventualmente anche meccanismi sanzionatori/premianti che costituiscono uno strumento di coordinamento della finanza pubblica – già sperimentato in passato, ad esempio, per il Patto di stabilità interno – idoneo a rafforzare il livello di responsabilità dei soggetti attuatori.