È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo D.P.C.M. 10 aprile 2020, recante ulteriori “misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale”.
In sostanza, il nuovo decreto dispone la proroga dal 13 aprile fino al 3 maggio 2020 dell’efficacia di buona parte delle misure fin qui adottate per il contenimento del contagio epidemiologico da Covid-19.
All’interno del provvedimento c’è però anche un’importante novità. Ferma restando, infatti, la necessità per le PA di garantire la massima applicazione possibile del lavoro agile, si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere la fruizione dei periodi di congedo ordinario e di ferie (art. 1, comma 1, lett. hh).
Il decreto, dunque, valorizzando opportunamente il potere datoriale di determinazione delle modalità e dei tempi di fruizione delle ferie, sembra porre definitivamente fine ad una delle questioni più critiche e discusse dell’ultimo periodo, ovvero la possibilità, da parte del datore di lavoro pubblico, di far fruire d’ufficio ai propri dipendenti anche una parte delle ferie già maturate dell’anno 2020 (senza ovviamente intaccare il diritto dei lavoratori al godimento di almeno due settimane continuative nel periodo 1 giugno – 30 settembre).