Oggi, 31 maggio, giornata ultima per l’approvazione dei bilanci di previsione degli enti locali, all’interno di una seduta della Conferenza Stato-città e autonomie locali convocata per le 11.15, arriverà una proroga del termine al 30 giugno.
Ci siamo abituati, non senza una certa amarezza, ad ascoltare sempre più spesso parole di sconforto dagli operatori degli enti locali con cui collaboriamo. Noi stessi, rispetto ai diversi ambiti che seguiamo, dalla contabilità pubblica, ai tributi, alla gestione del personale fino ai servizi pubblici e alla governance delle aziende partecipate abbiamo purtroppo rilevato come l’attenzione alle problematiche che investono la PA siano sempre poste in secondo piano; non è infrequente che si arrivi all’ultimo a definire ciò che è necessario conoscere ed il caso dello slittamento del termine che arriva proprio nel giorno della scadenza, come oggi, non è purtroppo una novità; peraltro dalla richiesta di proroga (talvolta davvero necessaria) nasce sempre più di sovente uno scontro in punta di diritto tra i diversi Ministeri, la Ragioneria Generale dello Stato e la Corte dei Conti, forse più attenti a questioni di forma che di merito.
Oggi a suggellare uno stato di disordine generalizzato arriva una ormai insperata seduta straordinaria della Conferenza Stato-città e autonomie locali (dove il termine AUTONOMIE suona quasi sarcastico) che prevede il “Differimento del termine di approvazione del bilancio di previsione dell’anno 2022 degli Enti locali”. Oggi, 31 maggio, come detto sopra nell’ultimo giorno utile.
Questa decisione arriva dopo una serie di scelte piuttosto discutibili: la mancata proroga ufficiale del Rendiconto motivata con il potenziale disallineamento con quanto disposto dal D.L. 17 maggio 2022, n. 50 “Decreto Aiuti” che all’art. 40 comma 4 ha previsto la possibilità di applicare al bilancio di previsione la quota libera dell’avanzo accertato con l’approvazione del rendiconto 2021. Come se per gli enti in difficoltà ad assicurare la copertura fino al 31 dicembre 2022 delle maggiori spese per utenze, materie prime e servizi avesse creato davvero un problema sapere di poter beneficiare di tale eccezionale possibilità ma di poterlo fare solo, ad esempio, nel corso del mese di giugno.
Ma non si dimentichi nemmeno la questione relativa al termine di approvazione per il PEF Tari e relative tariffe causata dalla sovrapposizione di due disposizioni che apparentemente sembravano scontrarsi e che ha creato molta confusione tra gli addetti ai lavori.
Di massimo rilievo la scadenza, sempre in data odierna, delle due certificazioni relative ai Fondi COVID e alla quota di FSC erogata per il potenziamento dei servizi sociali. Anche in questo caso il disallineamento dei termini rispetto al Rendiconto non consente valutazioni coerenti in sede di redazione del Rendiconto e costringe a modifiche successive, pur semplificate dal D.L. 21 marzo 2022, n. 21 “Decreto Taglia prezzi”.
Al netto delle considerazioni di cui sopra, il rinvio del termine di approvazione del bilancio di previsione resta comunque una buona notizia soprattutto per coloro che hanno affrettato i tempi per approvare il bilancio di previsione: essi (forse) potranno avere modo di rivedere con più calma aliquote e tariffe e magari mettere in atto quelle strategie che fino a questa mattina credevano perse.