Contrariamente alle attese, non andrà in Consiglio dei ministri questo giovedì il decreto legge sulla Pubblica amministrazione diffuso in bozza nella giornata odierna.
Fonti di Palazzo Chigi, infatti, precisano che “le anticipazioni sul provvedimento costituiscono la mera sommatoria delle proposte avanzate dai singoli ministeri”. Su tali richieste, spiegano le stesse fonti, “è in corso un approfondimento e una verifica di fattibilità di sistema e di copertura finanziaria”, ad esito della quale, “i numeri e l’impatto” del provvedimento risulteranno fortemente ridimensionati.
Nella bozza di decreto (composta di 30 articoli) comparivano diverse misure volte a rafforzare la capacità amministrativa degli enti locali, quali la stabilizzazione (fino al 31 dicembre 2026) del personale non dirigenziale assunto a tempo determinato che abbia prestato servizio per almeno 36 mesi (previo superamento di un “colloquio selettivo”), la neutralizzazione integrale degli effetti dei rinnovi contrattuali ai fini della determinazione delle facoltà assunzionali, l’attenuazione del divieto di ricoprire incarichi retribuiti per i «titolari di cariche elettive» e per il personale in quiescenza, la possibilità di integrare le disponibilità di bilancio che finanziano il salario accessorio delle EQ in deroga al tetto 2016, nonché l’esclusione della spesa dei segretari comunali e provinciali da tutti i limiti di spesa del personale.
Vedremo nei prossimi giorni quali di queste proposte supererà il vaglio di Palazzo Chigi e dalla Ragioneria generale dello Stato.