La rotazione dei dirigenti è necessaria per prevenire la corruzione.
È quanto ha ribadito l’Autorità Nazionale Anticorruzione, richiamando un importante comune altoatesino per la mancata rotazione dei dirigenti negli uffici a più elevato rischio di corruzione.
Con un Atto del Presidente approvato al termine di un procedimento di vigilanza in materia di prevenzione della corruzione, l’Autorità ha inviato all’amministrazione altoatesina una raccomandazione a integrare il Piano Triennale per la prevenzione della corruzione prevedendo la disciplina della rotazione ordinaria del personale dirigenziale.
Dall’istruttoria condotta da Anac è emerso, infatti, che alcuni dirigenti ricoprivano lo stesso incarico da più di un decennio con oltre tre rinnovi consecutivi.
Il Responsabile anticorruzione-Rpct- del Comune e il sindaco hanno precisato che la rotazione è stata ritenuta non perseguibile poiché avrebbe comportato inevitabilmente la perdita di professionalità ed esperienza specifica in ciascuno degli uffici coinvolti, con evidenti ricadute negative sull’efficienza dei servizi, soprattutto quelli rivolti alla generalità dei cittadini.
Inoltre il Comune ha fatto presente di aver adottato “ulteriori misure diverse dalla rotazione” ma sempre finalizzate alla prevenzione della corruzione tra le quali un rafforzamento della trasparenza sul piano urbanistico attraverso giornate dedicate ai cittadini con spiegazioni e informazioni sulle trasformazioni in atto con annuncio su internet e sui mass media.
L’Autorità, pur valutando positivamente le misure alternative adottate dall’amministrazione, ha comunque inviato una raccomandazione al Comune affinché formalizzi nel Piano triennale le motivazioni che sino a oggi hanno impedito una disciplina e una programmazione della rotazione dei dirigenti con l’eventuale individuazione di figure infungibili.
Il Piano, afferma l’Anac, dovrà essere integrato con la formalizzazione delle misure alternative adottate, con la previsione di un monitoraggio da parte del Responsabile anticorruzione e con la formazione di personale che consenta di rendere interscambiabili le varie competenze anche dirigenziali.
Come disposto nel Piano nazionale anticorruzione del 2019, evidenzia ancora l’Autorità nella raccomandazione, negli uffici individuati come a più elevato rischio di corruzione, sarebbe preferibile che la durata dell’incarico fosse fissata al limite minimo legale.
L’istituto della rotazione dirigenziale, specie in determinate aree a rischio, dovrebbe essere una prassi fisiologica mai assumendo carattere punitivo o sanzionatorio.