Proprio nell’anno in cui molti Comuni avrebbero potuto finalmente sfruttare appieno tutti i maggiori spazi assunzionali concessi dalla nuova disciplina introdotta dall’art. 33, comma 2, del D.L. 34/2019 (e dal relativo decreto attuativo), venendo meno l’effetto di contenimento della spesa imposto dall’art. 5 del D.M. 17 marzo 2020, con ogni probabilità nel 2025 gli enti dovranno nuovamente fare i conti con il blocco del turn over.
Nelle bozze della nuova legge di bilancio circolate nelle ultime ore ricompare infatti un tetto alle assunzioni a tempo indeterminato quantificato in misura pari al 75 per cento della spesa relativa al personale cessato dal servizio nell’anno precedente.
La conferma della stretta è arrivata dallo stesso ministro per la Pubblica amministrazione, senatore Paolo Zangrillo, durante il suo intervento di questa mattina al Festival delle Regioni.
“Se fossimo in un mondo ideale dove tutto funziona perfettamente, dovrei dire che non sono tanto contento della notizia di un taglio del turn over. Ma non viviamo in un modo ideale e quindi ciascuno deve fare la sua parte e chi sta al governo deve comprendere cosa serve per tenere sotto controllo i conti dello stato”.
“È una misura che stiamo scrivendo in queste ore – ha poi proseguito Zangrillo – ma vorrei sdrammatizzare: non incide in maniera significativa sul processo di ricambio generazionale e sul processo di gestione del turn over: riguarda solo il 2025, non coinvolge gli enti territoriali più piccoli, fino a 20 dipendenti, non coinvolge la sanità”.