È passato piuttosto in sordina ma se trascurato potrebbe avere ricadute pesantissime sulle entrate comunali: parliamo del “nuovo” prospetto per la determinazione delle aliquote IMU che diventerà vincolante per tutte le amministrazioni locali a decorrere dal 1° gennaio 2025. L’allegato A al Decreto emanato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze il 6 settembre u.s. ha aggiornato i parametri entro cui i Sindaci potranno modulare le aliquote IMU dal prossimo anno. Lo scorso anno tale adempimento era stato introdotto e poi rinviato dal momento che erano state ravvisate numerose criticità, molte delle quali ad oggi paiono risolte.
Sebbene le nuove regole siano state introdotte ormai da qualche settimana, l’applicativo informatico presente sul Portale del Federalismo Fiscale che dovrà essere compilato dai Comuni (a pena di inefficacia delle aliquote) non è ancora stato aggiornato. L’articolo 1, comma 757, della Legge 160/2019 prevede infatti che il prospetto delle aliquote costituisca parte integrante della delibera di approvazione delle stesse che senza tale schema non sarà idonea a produrre effetti.
L’aspetto più preoccupante consiste nel fatto che in caso di mancata approvazione del prospetto (da inserire poi entro il termine perentorio del 14 ottobre 2025 nell’apposita sezione del Portale del federalismo fiscale) non si applicano le tariffe in vigore nell’anno 2024 bensì quelle di base previste dalla Legge 160/2019: un esempio su tutti è rappresentato dall’aliquota generale che il comma 754 della suddetta norma fissa allo 0,86%, misura inferiore quindi a quella in vigore nella stragrande maggioranza dei Comuni che applicano aliquote superiori. L’assenza di un prospetto elaborato e approvato dal Consiglio Comunale entro i termini potrebbe quindi comportare la conseguenza di un minor gettito di cui i ragionieri comunali dovranno poi tenere conto.
L’urgenza dell’operatività dell’applicativo informatico sul Portale del Federalismo Fiscale e le tempestive valutazioni che ciascun ente è chiamato a fare sono evidentemente dettate dalle tempistiche di approvazione del bilancio di previsione. Superata ormai la scadenza del 15 settembre per la predisposizione del bilancio tecnico per gli enti che adottano l’ordinario processo di bilancio e prossima la scadenza del 30 settembre per i comuni di piccole dimensioni, gli uffici finanziari si dovranno concentrare sulla data del 20 ottobre come termine ultimo per la definizione, in prima battuta, del bilancio di previsione 2025/2027. Il peso del gettito IMU è tale da non consentire di chiudere lo schema di bilancio senza tenere conto della possibile variazione dei saldi in entrata dell’imposta per effetto delle eventuali modifiche da apportare in base alle nuove disposizioni.
Pur ipotizzando di sganciare le fasi di redazione del bilancio di previsione dalle tempistiche previste dal Principio contabile All. 4/1 al punto 9.3.1 e successivi, il periodo a disposizione degli uffici resta limitato in assenza di proroga del termine di approvazione e il rischio di incorrere nella inefficacia delle aliquote non è da valutarsi “solo” in ordine al mancato introito generato ma anche in funzione del danno che viene provocato all’ente. Per cui, posto che sui tempi di messa on line dell’applicativo non si può agire, occorre da subito ragionare sugli effetti derivanti dall’eventuale incompatibilità dell’assetto tributario rispetto a quanto previsto nell’Allegato A al Decreto pubblicato.
Il presente articolo, scritto da Simone Pellegrin e Caterina Roncati è stato pubblicato in data 30 settembre su Il Sole24Ore.