In un nostro precedente articolo abbiamo già sottolineato la necessità di un’intervento da parte di ARERA che consenta di adeguare i costi efficienti dell’anno 2021 a quelli effettivi del 2023.
Per chiarezza e brevità avevamo esposto le dinamiche operanti sull’indice rpi da applicare ai costi efficienti: non bisogna tuttavia dimenticare che tale intervento dovrà interessare non solo i costi efficienti di esercizio ma anche quelli di investimento, ovvero i costi d’uso del capitale (CK).
Ad oggi, infatti, il metodo MTR-2 di cui all’Allegato A alla Delibera ARERA 363/2021/R/RIF, prevede che vengano aggiornati con provvedimenti periodici dell’Autorità una serie di coefficienti utili alla determinazione dei suddetti costi, nello specifico:
- il tasso di remunerazione del capitale investito netto (WACC) da applicare al valore delle immobilizzazioni e al capitale circolante netto ridotto delle poste rettificative;
- il tasso di remunerazione del capitale investito netto (WACCrid) quale soglia massima per la remunerazione delle immobilizzazioni in corso;
- il rendimento di riferimento delle immobilizzazioni inclusive del debt risk premium (KDreal) quale soglia minima della remunerazione delle immobilizzazioni in corso;
- il vettore che esprime il deflatore degli investimenti fissi lordi (dfl) utilizzato per il calcolo del valore delle immobilizzazioni e dei relativi ammortamenti.
Riteniamo che tutti i coefficienti sopra richiamati siano interessati dalle dinamiche inflattive che hanno coinvolto l’economia nell’ultimo anno e che l’intervento di ARERA risulti fondamentale per consentire l’attribuzione del corretto valore alle acquisizioni di immobilizzazioni e all’impiego di capitali al fine di poter produrre PEF unitari in grado di rappresentare realmente la situazione 2023 e consentire quindi ai Comuni un’entrata in linea con i maggiori costi sostenuti.
A margine si sottolinea che le considerazioni sopra esposte, seppur trovino maggior impatto nella predisposizione del PEF del Gestore affidatario dei servizi di raccolta e spazzamento, interessano anche i Comuni proprietari di infrastrutture e beni (quali isole ecologiche, mezzi e attrezzature per raccolta e spazzamento, ecc..) utilizzate nelle attività afferenti al ciclo integrato dei rifiuti.