Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi il cosiddetto Decreto “Aiuti”, il cui art. 36, comma 3, prevede che “Il contributo straordinario di cui all’articolo 27, comma 2, del decreto-legge 1 marzo 2022, n. 17, è incrementato per l’anno 2022 di 200 milioni di euro, da destinare per 170 milioni di euro in favore dei comuni e per 30 milioni di euro in favore delle città metropolitane e delle province. Alla ripartizione del fondo tra gli enti interessati si provvede con decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, da adottare entro il 30 giugno 2022, in relazione alla spesa per utenze di energia elettrica e gas.”
Il contributo straordinario originariamente previsto dall’art. 27 comma 2 del DL “Energia” è così finanziato, per effetto di tale integrazione, per complessivi 370 milioni di euro, arrivando presumibilmente a coprire meno del 20% di quanto pagato per energia elettrica e gas nel corso dell’anno 2021.
In soccorso degli enti locali e delle difficoltose operazioni di quadratura dei conti arriva poi anche il comma 4 del citato art. 36, il quale dispone che : “In via eccezionale e limitatamente all’anno 2022, in considerazione degli effetti economici della crisi ucraina e dell’emergenza epidemiologica, gli enti locali possono approvare il bilancio di previsione con l’applicazione della quota libera dell’avanzo, accertato con l’approvazione del rendiconto 2021.”
Dunque il soccorso è tale per coloro che dispongono di una quota libera del risultato di amministrazione. Nessuna misura specifica è prevista per gli enti che sono in maggiore difficoltà, evidentemente, a prescindere dagli incrementi dei costi di energia e gas.
Inoltre il tenore letterale del richiamato comma 4 sembrerebbe escludere la possibilità di applicare la quota libera del risultato di amministrazione in sedi diverse dall’approvazione del bilancio di previsione 2022-2024.
Se così fosse ci troveremmo di fronte ad una disparità di trattamento ingiustificata rispetto a tutti gli enti che hanno già approvato il bilancio di previsione alla data di entrata in vigore del tanto atteso DL “Aiuti”.