“Neutralizzare gli oneri per i rinnovi contrattuali dal computo della spesa di personale ai fini della determinazione delle facoltà assunzionali” previste dal Pnrr. È questa la richiesta che i presidenti dell’Anci Antonio Decaro, dell’Upi Michele De Pascale e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, hanno recapitato tramite lettera ai ministri Daniele Franco (Economia a Finanze) e Renato Brunetta (Pubblica amministrazione) per rappresentare “la grande criticità rappresentata dall’impatto economico-finanziario sulle nostre amministrazioni degli oneri necessari per procedere al rinnovo”.
“Il rinnovo – si legge nella lettera – ha un impatto diretto di circa 1,3 miliardi di euro ed è così suddiviso: a carico di Comuni e Unioni di Comuni per circa 940 milioni, a carico delle Città metropolitane per circa 26 milioni, a carico delle Province per circa 70 milioni e a carico delle Regioni per circa 145 milioni di euro, non compensato da trasferimenti statali”.
Da qui la richiesta di individuare una copertura statale, copertura peraltro già prevista dalla normativa.
Il problema delle ricadute negative del rinnovo contrattuale sulle nuove assunzioni di personale è noto da tempo: l’incremento della spesa di personale generato dall’arrivo del nuovo contratto peggiorerà per chiunque il rapporto con le entrate correnti (non solo per l’anno in corso, ma anche a regime), determinando di conseguenza una netta contrazione degli spazi assunzionali a disposizione di Comuni, Province e Città Metropolitane. La Magistratura contabile, infatti, ha già avuto modo di precisare che, alla luce della chiara formulazione letterale delle nuove disposizioni recate dal D.M. del 17 marzo 2020 (attuativo delle regole assunzionali introdotte dall’articolo 33, comma 2, del D.L. n. 34/2019), gli oneri relativi ai rinnovi contrattuali non possono certamente essere esclusi dal calcolo della spesa del personale ai fini della determinazione del rapporto fra la stessa e le entrate correnti.
Ma le associazioni rappresentative degli enti territoriali pongono giustamente l’attenzione anche sulle ricadute contabili dell’imminente rinnovo contrattuale.
Invero, si legge nella lettera inviata ai ministri, un simile impatto sui bilanci non può essere trascurato, ed è destinato non solo a tradursi per tutti gli Enti Territoriali in un incremento della rigidità strutturale, ma molto probabilmente a determinare anche per molti una condizione di deficitarietà, se non di squilibrio finanziario.