Sta creando più di qualche incertezza interpretativa quella norma contenuta nel D.L. n. 105/2021 che – a partire dal 6 agosto p.v. – subordina la partecipazione ai concorsi pubblici al possesso di una certificazione verde COVID-19 in corso di validità (c.d. Green Pass).
Non è chiaro, infatti, se i candidati e gli addetti alle selezioni (ivi compresi i membri delle commissioni esaminatrici) debbano ancora produrre, all’atto dell’ingresso nell’area concorsuale, la certificazione di un test antigenico rapido o molecolare negativo effettuato nelle 48 ore precedenti, così come richiesto dal Protocollo della Funzione pubblica per lo svolgimento dei concorsi pubblici del 19 aprile 2021.
Il dubbio nasce in conseguenza del fatto che il Green Pass viene rilasciato non soltanto con l’effettuazione di un test molecolare o di un test antigenico rapido (con risultato negativo) nelle 48 ore precedenti, ma anche a seguito della inoculazione del vaccino contro il COVID-19 o della guarigione dalla medesima malattia.
Vero è che il già citato Protocollo afferma chiaramente che “tale prescrizione si applica anche ai candidati che abbiano già effettuato la vaccinazione per il COVID-19”, ma alcuni sostengono che le prescrizioni ivi contenute debbano ritenersi ormai superate alla luce della recente evoluzione normativa.
Sarebbe dunque certamente auspicabile che il Ministero fornisse quanto prima gli opportuni chiarimenti.