Il Comitato di settore ha predisposto l’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto delle funzioni locali.
Il rinnovo contrattuale per il triennio 2019-2021 avrà un costo a regime di 774,02 milioni di euro (pari al 3,78% del monte salari 2018, calcolato al netto della stabilizzazione dell’elemento perequativo), da finanziare integralmente con risorse di bilancio dei singoli enti, ai sensi dell’articolo 48, comma 2, del D.Lgs. n. 165/2001.
Per quanto riguarda in particolare il sistema di classificazione del personale, l’atto di indirizzo chiede di «rafforzare il ruolo di specifiche posizioni e ruoli non dirigenziali dell’area delle posizioni organizzative per i quali siano richiesti più elevati livelli di autonomia e responsabilità gestionale ed amministrativa e/o più elevate competenze professionali o specialistiche, attraverso la valorizzazione delle professionalità dell’attuale sistema di classificazione del personale che abbiano dimostrato maggiori competenze organizzative e gestionali e/o tecnico-specialistiche, a cui siano conferiti incarichi implicanti più elevate responsabilità gestionali ed amministrative o maggiori livelli di autonomia professionale».
In merito alla durata degli incarichi di posizione organizzativa, poi, viene chiesto di prevedere «la facoltà, per gli Enti, di stabilire, attraverso misure regolamentari, momenti di verifica degli obiettivi anche con cadenza annuale o infra-annuale, in coerenza con il sistema di valutazione, anche al fine di una eventuale revoca anticipata».
Con specifico riferimento alle progressioni orizzontali, invece, si «richiede un intervento della contrattazione per superare le criticità già evidenziate nel corso di questi anni da parte degli stessi Enti del comparto, con l’obiettivo di semplificare la procedura, anche con la definizione di criteri di facile ed univoca applicazione.
La contrattazione dovrà inoltre perseguire i seguenti obiettivi:
• ferma restando l’attuale correlazione con la valutazione individuale, che dovrà continuare ad essere l’elemento caratterizzante dell’istituto, prevedere un limitato riequilibrio, che renda il sistema di progressione maggiormente inclusivo, anche sulla base di una predefinita scansione temporale, nei confronti, ad esempio, del personale con un’adeguata valutazione di performance individuale;
• prevedere la possibilità di introdurre un numero massimo di passaggi nell’arco della vita lavorativa, in un quadro di sostenibilità economico-finanziaria ed equilibrio del sistema».
Viene inoltre chiesto alle parti contrattuali di «proseguire nel percorso, già iniziato nella scorsa tornata contrattuale, per il superamento degli eccessivi tecnicismi gestionali che continuano, in parte, a caratterizzare l’attuale sistema di costituzione e utilizzo dei fondi per il salario accessorio, nei limiti delle risorse previste dalla legislazione in materia, anche con riferimento alla previsione normativa contenuta nell’articolo 33 del DL 34 del 2019 in tema di garanzia del valore pro-capite.
Si dovrà altresì proseguire nella direzione di concentrare la contrattazione di secondo livello sulle risorse destinabili al miglioramento delle performance organizzative di ente e individuali, nonché sulla premialità legata all’acquisizione di esperienza e competenza professionale, quali le progressioni economiche orizzontali, riportando gli istituti indennitari alle scelte organizzative degli Enti del comparto».