La Commissione interministeriale, istituita di concerto dal MEF e dal Ministero della Giustizia lo scorso 14 aprile, ha concluso i propri lavori svolti nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, all’interno del quale la riforma del sistema giudiziario tributario è sentita come particolarmente rilevante.
Nella relazione finale resa pubblica dalla Commissione interministeriale sono state esposte le proposte volte a migliorare l’attuale sistema, caratterizzato dall’alto numero di giudizi pendenti, soprattutto di fronte alla sezione tributaria della Cassazione (circa il 50% del totale complessivo). In particolare, le criticità maggiori sono state ravvisate “i) nella notevole complessità e variabilità della normazione, che influisce negativamente sulla certezza del diritto; ii) nel deficit di conoscenze attorno alla giurisprudenza di merito; iii) nella durata del processo; iv) nell’insufficiente livello di specializzazione dei giudici; v) nelle dimensioni quantitative del contenzioso tributario; vi) nella diffusa percezione d’una imperfetta indipendenza dei giudici tributari.”.
Concentrandosi sull’esame delle principali criticità, la Commissione ha dunque elaborato due diverse soluzioni, le quali, pur nelle loro differenze, mirano ad ampliare il ricorso al contraddittorio, all’autotutela e agli strumenti deflattivi del contenzioso. É stata altresì rivista una modifica al meccanismo di accesso alla magistratura tributaria al fine di rafforzare la specializzazione dei giudici tributari e consolidarne l’indipendenza.
Salvo che per quanto proposto relativamente all’accesso alla magistratura tributaria, le proposte formulate dalla Commissione interministeriale potranno avere un impatto significativo nei confronti degli Enti, soprattutto se si considera che l’attività di accertamento e riscossione coattiva è stata significativamente rallentata in questo ultimo anno e che, quanto riprenderà, potrebbe comportare una impennata dei ricorsi tributari presentati dai contribuenti avverso gli accertamenti notificati. Resta dunque da vedere come il Legislatore accoglierà definitivamente le proposte formulate dalla Commissione per verificare quale sarà l’impatto concreto sull’attività dei Comuni.