Nuova proroga fino al 30 settembre 2021 della disciplina del lavoro agile emergenziale contenuta nell’articolo 263 del D.L. 34/2020 (attualmente fissata al 30 aprile), ma con il superamento delle percentuali minime di utilizzo negli uffici pubblici decise dal governo precedente: secondo quanto si apprende l’esecutivo starebbe ragionando su questa ipotesi, che potrebbe concretizzarsi con un decreto ad hoc da varare entro la fine di aprile.
Il provvedimento in esame (si veda la nostra precedente news) proroga infatti al 30 settembre 2021 il termine di applicazione delle misure in materia di lavoro agile disciplinate dall’articolo 263 del decreto-legge n. 34 del 2020 (rinviando peraltro alla contrattazione collettiva la definizione degli istituti della citata modalità di svolgimento della prestazione lavorativa), superando nel contempo le rigidità attuali legate al rispetto della percentuale minima del 50 per cento.
La previsione, inoltre, interviene anche sulla disciplina del lavoro agile a regime, attraverso la modifica dell’articolo 14, della legge 7 agosto 2015, n. 124. Si tratta di interventi volti a valorizzare l’autonomia organizzativa delle pubbliche amministrazioni. In particolare, si riconosce alle amministrazioni la possibilità di individuare le modalità attuative del lavoro agile secondo le specifiche esigenze, senza essere tenute al rispetto di un vincolo – quale quello sul numero minimo dei dipendenti che possono avvalersi delle modalità in questione (minimo 60% del personale in caso di adozione del Pola e 30% per il caso di mancata adozione del piano stesso) – che per la sua generalità non permette di tener conto delle peculiarità di ciascun datore di lavoro.