Con deliberazione n. 117 dello scorso 10 settembre la Corte dei Conti – Sez. Regionale di Controllo per la Lombardia – ha ribadito come una “conclamata e perdurante situazione di crisi imputabile alla progressiva riduzione dei ricavi” della società partecipata dal Comune debba condurre l’Ente a registrare un congruo accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità.
Il Comune, in qualità di socio unico della partecipata e perfettamente conscio delle difficoltà economiche in cui versava la società, ha continuato ad accertare entrate derivanti dall’attività della stessa, seppure diminuendone l’entità, senza procedere ad accantonare a FCDE somme necessarie per garantire gli equilibri dell’ente.
I Magistrati contabili sottolineano come “a prescindere dalla natura giuridica delle somme dovute dalla società…” l’Ente avrebbe dovuto costituire accantonamento a FDEC al fine di scongiurare il rischio del mancato introito e delle gravi conseguenze, anche in termini di cassa, che ne sono derivate.