Con la Circolare n. 3/DF del 27 ottobre scorso, il MEF ha fornito diverse istruzioni agli Enti locali, ai soggetti che svolgono la funzione di tesoreria e ai soggetti affidatari della riscossione delle entrate degli enti locali in merito alle modalità di verifica e di rendicontazione dei versamenti delle entrate, con particolare riguardo alla corretta interpretazione e applicazione della disposizione contenuta nell’art. 1 co. 790 L. n. 160/2019 la quale recita: “Gli enti, al solo fine di consentire ai soggetti affidatari dei servizi di cui all’articolo 52, comma 5, lettera b), del citato decreto legislativo n. 446 del 1997 la verifica e la rendicontazione dei versamenti dei contribuenti, garantiscono l’accesso ai conti correnti intestati ad essi e dedicati alla riscossione delle entrate oggetto degli affidamenti, nonché l’accesso agli ulteriori canali di pagamento disponibili. Il tesoriere dell’ente provvede giornalmente ad accreditare sul conto di tesoreria dell’ente le somme versate sui conti correnti dedicati alla riscossione delle entrate oggetto degli affidamenti. Salva diversa previsione contrattuale, il soggetto affidatario del servizio trasmette entro il giorno 10 del mese all’ente affidante e al suo tesoriere la rendicontazione e la fattura delle proprie competenze e spese riferite alle somme contabilizzate nel mese precedente e affluite sui conti correnti dell’ente. Decorsi trenta giorni dalla ricezione della rendicontazione, il tesoriere, in mancanza di motivato diniego da parte dell’ente, provvede ad accreditare a favore del soggetto affidatario del servizio, entro i successivi trenta giorni, le somme di competenza, prelevandole dai conti correnti dedicati. Per le somme di spettanza del soggetto affidatario del servizio si applicano le disposizioni di cui all’articolo 255, comma 10, del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267”.
La norma, che si colloca all’interno delle nuove disposizioni in materia di riscossione, ha lo scopo di rendere più trasparente ed efficiente il rapporto tra gli Enti locali e soggetti affidatari, tuttavia la sua applicazione concreta ha posto diversi dubbi che hanno dato origine a diverse richieste di chiarimenti da parte dei soggetti coinvolti.
Il MEF evidenzia come la prima questione di incertezza sia la previsione, contenuta nella norma, di conti correnti intestati agli enti locali e dedicati alla riscossione delle entrate oggetto degli affidamenti. Altre incertezze sono sorte poi in merito alla previsione normativa relativa all’accesso da parte del soggetto affidatario agli ulteriori canali di pagamento disponibili, con particolare riguardo all’utilizzo della piattaforma PagoPA e a quella che attribuisce al tesoriere l’onere di movimentare il conto dedicato accreditando le somme presenti giornalmente sul conto di tesoreria dell’ente. Infine, sono stati posti alcuni quesiti in merito a problematiche riguardanti la fase di trasmissione della fattura da parte del soggetto affidatario e la responsabilità del tesoriere in ordine al pagamento della fattura in discorso.
Nella Circolare richiamata, il MEF fornisce dunque precise e chiare linee guida, volte a garantire una uniforme applicazione della norma.